lunedì 8 ottobre 2007

TENTAZIONE

Nel mio deserto non vi è cuore,
non vi è luce, né rumore.
Ma nel silenzio rimbomba violenza
Ed è difficile ascoltare il niente.
Allora fingo di pregare ma nell’ipocrisia
Rileggo i miei peccati.
Ed è infinito e piccolo questo deserto
è il deserto dell’escluso, del disabile,
del martire.
È il deserto dei bambini mai nati,
il luogo delle mie paure,
domande, angosce, debolezze..
Quanti prima di me hanno tentato
di nascondere questo luogo,
di chiudere a chiave ciò che è immenso e
non ha serratura.
Impossibile.

E la più grande tentazione è quella di
guardare altrove.

Daniele Marzano

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti. La trovo diretta ed enigmatica al tempo stesso. Parlando del lato prettamente tecnico (se così si può dire in poesia) ho notato che c'è una rima subito nei primi due versi, poi nient'altro. Tu come ti trovi ad usare la rima? Sinceramente io mi trovo a disagio quando la uso "consapevolmente".
Ciao.

Anonimo ha detto...

Grazie mille..
le rime se non sono funzionali al testo diventano una forzatura..preferisco trovare rime di contenuti e non di suoni.
Grazie ancora per i complimenti
Dani

Anonimo ha detto...

Grazie anche a te per i complimenti. L'idea del mosaico mi è venuta quasi per caso, pensando a come rappresentare "milioni di facce". La poesia in questione comunque, più in generale parla di due caos: quello esterno, di cose e persone quotidiane che affollano la vita, e quello interno che c'è in ognuno di noi.
Ciao.