E fare i conti con l’ignoto che convive dentro te,
sedersi a tavola e sputare il superfluo senza se.
Son troppe lettere sbiadite e si fatica a decifrare,
rebus sarcastico del tempo che va veloce e vuoi fermare.
Tu mi sai dire esattamente di che colore hai i tuoi sogni?
Ed il preciso punto in cui capisti che non era amore?
Ci sono attimi in cui senti cucita addosso una canzone,
ed altri in cui fa quasi rabbia e dà fastidio anche l’odore.
E il giorno esatto in cui un embrione passa di scatto ad esser vita?
E quando si diventa adulti e al buio non si fa fatica?
Ricordo di aver imboccato con la pazienza di una madre,
gole di amici, donne e santi e di confondere le strade,
di aver creduto un giorno solo di fare a botte con il male
per poi convincermi d’istinto che lo puoi solo regalare.
Perché i pensieri più profondi vanno a passeggio con la notte,
e ti vergogni a dirli agli altri uniti dalla stessa sorte?
So darti solo nebulose e piogge sporche di perché,
ma un giorno ci sarà anche luce per fare spazio dentro te.
Daniele Marzano
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1 settimana fa